28 settembre 1943 – 28 settembre 2022. Dalla memoria della libertà alla memoria che rende liberi. Profili di Antifascisti napoletani, campani, meridionali
Con questo libro, che esce per celebrare il 79° anniversario delle Quattro Giornate di Napoli, si prosegue la collana di biografie di antifascisti campani, inaugurata nel 2021. I saggi che ricostruiscono le loro vite, scritti da dodici collaboratori del nostro Istituto, sono diseguali, per impostazione e dimensione ma tutti consentono di fare una lettura bella, importante e appassionante.
Cinque dei biografati sono combattenti delle Quattro Giornate, in alcuni casi già perseguitati prima della rivolta, in altri casi sono giovani che continuano la lotta e diventano partigiani nell’Italia settentrionale: l’avvocato massone Ermanno Solimene, una delle menti dell’insurrezione, e sua figlia Angela Maria; Luigi Stimolo, fratello del più noto Vincenzo; Gino Vittorio e Guglielmo Chianese che non è altri che il cantante Sergio Bruni, ferito in combattimento.
Gli altri biografati sono per lo più comunisti perseguitati durante il regime: gli operai di Pozzuoli o Castellammare Gennaro Musto, Enrico Vellinati e Filippo Russo; i poco conosciuti, tirati fuori dall’oblio, Giuseppe Persiani, Carlo Amato e Mario Capuano. Più noti sono Francesco Frezza, primo sindaco di Giugliano dopo il Referendum costituzionale e Margherita Troili, attivista comunista e femminista capuana.
Ma non vi sono solo comunisti: il quaderno contiene anche le biografie dei puteolani Emanuele Visone, anarchico, e Pasquale Russo, pastore evangelico; ed ancora dello stabiese Achille Gaeta, difficilmente collocabile politicamante, ma antifascista irriducibile come pochi; del cattolico casertano Clemente Piscitelli; del dirigente azionista Adolfo Tino; dell’altro massone Ettore Busan, e infine del giovanissimo Luigi Castriota Scanderbeg, trucidato in Valsesia nel luglio 1944, quando non aveva ancora compiuto vent’anni.
Guido D’Agostino, già professore ordinario di Storia moderna e Storia del Mezzogiorno presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. È stato presidente della SISE (Società Italiana di Studi Elettorali, Firenze); attualmente presiede l’Istituto Campano per la Storia della Resistenza ed è componente di organismi culturali e scientifici italiani e stranieri. Ricopre altresì la carica di vicepresidente della Commissione Internazionale per la Storia delle Istituzioni Parlamentari e Rappresentative.
Silvio de Majo, già docente universitario di Storia contemporanea e di Storia economica. Suo principale campo di studi, nell’ambito della storia economico-sociale del Mezzogiorno, l’industria come tessuto materiale e nei suoi riflessi sociali e biografici. Collabora a collane e riviste redigendo attenti profili di personalità del mondo dell’industria e della politica